Volume in 8° piccolo con legatura cartonata d’attesa. Marca tipografica con motto sul frontespizio stampato in rosso e nero. Grandi capilettera. Testatine e finalini con incisioni. Pagine: I-LXXXVIII + 192 + 127. Il volume è presente in ICCU

RACCOLTA DI POEMI

JACOBI, SIVE ACTII SYNCERI SANNAZARII, NEAPOLITANI, VIRI PATRICII, POEMATA EX ANTIQUIS EDITIONIBUS ACCURATISSIME DESCRIPTA. ACCESSIT EJUSDEM VITA, JO. ANTONIO VULPIO AUTORE; ITEM GABRIELIS ALTILII ET HONORATI FASCITELLI CARMINA QUAE EXTANT.

Quid ulterius hisce omnibus adiectum sit, indicat eiusdem Vulpii insignis Praefatio nullo modo lectoribus negligenda.

Questa raccolta di alcune delle principali opere poetiche di Iacopo Sannazzaro (Napoli 1497-1530) poeta e umanista, legato alla corte aragonese, è un’edizione variorum, contenente, cioè, note e commenti di vari commentatori. Sannazzaro è famoso per l’Arcadia (prosa e versi), il suo capolavoro, che influenzò gli sviluppi del romanzo moderno europeo. Dopo la prefazione di J. A. Volpi, che racconta gli studi e la vita del poeta (pp. III-XXXXVII), seguono le testimonianze di uomini dotti sugli scritti di Actius Sincerus (pseudonimo del poeta), alle pp. L-LXXX.

Seguono le opere:
Il parto della Vergine – in tre libri, un impegnativo poema in esametri sulla natività, la seconda delle sue opere maggiori in latino. (pp. 1-42).
Lamentazione per la morte di Cristo - (pp. 43-46).
Egloghe – 5 componimenti poetici di sapore idilliaco (pp. 47-63).
Elegie – in tre libri, malinconiche poesie giovanili in latino (pp.69-114).
Epigrammi – in tre libri, espressione della sua capacità polemica contro il Poliziano, i Borgia e Leone X (pp. 115-162).

Seguono alcuni componimenti in versi su Sannazzaro e a lui dedicati, di illustri poeti (pp.163-175), un monito al lettore (pp.175-185) e un indice delle cose notevoli contenute nei poemi di Sannazzaro (pp. 186-191). Nell’appendice (aggiunta alla terza edizione di Padova), sono raccolti poemi in latino di alcuni poeti del Cinquecento come Gabriele Altilio, amico di Sannazzaro, Onorato Fascitelli di Isernia, Scipione Capece, napoletano e Benedetto Lampridio (1-127).
 

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