I castelli hanno sempre esercitato fascino e curiosità del tutto particolari: il senso di mistero che da essi emana, l'eco di truci episodi, di ribellioni, di guerre, di amori perduti, tramandataci dalle leggende non si sono spenti nell'uomo moderno. Tuttaltro. Si son fatti hobbies, bisogno di relax e di credere ancora alla fantasia. I castelli sono la più parlante testimonianza di un'epoca tanto lontana e tanto vicina, il condensato della storia umana d'una data zona nel riflesso dell'Europa feudale, il decoro più fascinoso del paesaggio. Il tema della conservazione e della valorizzazione si è perciò imposto in molti paesi evoluti, in Inghilterra, in Francia, in Svizzera, in Germania, nel Belgio, nell'Austria stessa. In Italia, dove l'abbondanza di opere d'arte e la bellezza dei paesaggi fanno spesso dimenticare l'enorme patrimonio culturale che la natura e gli avi ci hanno trasmesso, poco o nulla si fa, tranne alcuni, seppur limitati, lodevoli tentativi. II libro di A. Gorfer che, attraverso una minuziosa descrizione geografico-storico-artistica, propone un catasto dei castelli del Trentino esistenti e scomparsi, è un accalorato, entusiastico invito a fare finalmente qualche cosa. A. Gorfer è nome già affermato nella materia, autore, tra l'altro, del fortunatissimo libro de « I Castelli del Trentino », già da tempo esaurito. Egli è un giornalista che si è specializzato negli studi geografici. Ha trattato l'argomento collo spirito di esplorazione del giornalista, la pazienza dello storico e del ricercatore, l'entusiasmo dell' innamorato della sua terra. Il libro è una guida che porta il lettore nel mondo dei castelli; non solo alla loro visita, siano ruderi o no; ma anche dell'ambiente dove si trovano e allo studio di essi. La storia locale è trattata nel quadro italiano e europeo: in tal modo il libro è un utile, piacevole testo per la conoscenza del Medioevo trentino, e di riflesso altoatesino, nei suoi rapporti colle regioni vicine. Ogni capitolo ha l'elenco delle leggende e la bibliografia.
Oltre 350 fotografie in bianco e nero e una decina in colore documentano l'opera che appare tra le più interessanti e complete del dopoguerra, senza dubbio tra le maggiori imprese editoriali trentine da vent'anni a questa parte.

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