Misura cm 22 x cm 13, cartonato con sovraccoperta illustrata, illustrazioni a colori e in B/N, pagine 96.

LA MANO, IL GUANTO
Simboli, gesti, stili, linguaggio dell'accessorio più espressivo

Neri, lucidi e lunghi fin verso le spalle scoperte quelli delle fatalissime come Gilda. Gialli, di pellame pregiato, quelli dei ladri gentiluomini come Arsenio Lupin. Preziosi e subdoli perché intrisi di veleno quelli donati da oscuri nemici a potenti d'altri tempi. Allarmanti e plateali quelli lanciati con gesto di sfida dai prodi cavalieri che difendevano l'onore con le armi. Ricamati, ingioiellati e solenni quelli di pontefici, cardinali e autorità costituite. Pudichi ma sottilmente erotici quelli di candida pelle glacé che stringevano come guaine le "manine" delle fanciulle ottocentesche. Tanti guanti, ciascuno con il suo carattere e il suo significato, si sono succeduti alla ribalta della storia. Indumento protettivo, accessorio d'eleganza, squisito prodotto di un artigianale raffinatissimo, ma anche e soprattutto segno, simbolo di forti valori sociali e perciò ricco di fascino e di suggestioni. E oggi? Un po' relegato negli anni Settanta come capo decisamente "borghese", eccolo tornato di moda per completare un abito ma ancor più per sottolineare uno stile, portare una nota ironica, mettere una postilla di personalità. In questo libro, che tesse l'elogio del guanto e dei guanti, ci sono anche quelli più pratici, utili e funzionali: quelli del chirurgo e quelli della massaia, quelli dell'assassino più o meno perfetto, quelli del pugile, dello sciatore e del portiere. Nel gioco di mani che si spogliano e si vestono con i più diversi tipi di guanti, si disegna un affresco di umanità e di storia in cui passioni, sentimenti, valori, attività "parlano" e diventano protagonisti.

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