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Giovanni Mosca Candido in Italia
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Giovanni Mosca Candido in Italia
Codice articolo: 6233
Autore: Mosca Giovanni
Editore: Rizzoli
Anno di stampa: 1976
Lingua: italiano
Prezzo: €20.00 
Number pezzis in packaging:1
Number pezzis in box:1

CANDIDO IN ITALIA Se qualcuno mi domandasse: « Perché al povero eroe di queste avventure hai dato lo stesso nome del protagonista del famoso racconto di Voltaire? » non avrei certo bisogno di profondermi in manifestazioni di modestia dicendo che una pura coincidenza non deve far credere ch'io abbia tentato una sia pur grossolana parafrasi del piccolo capo-lavoro. Tra gli attuali scrittori italiani non ce n'è uno del quale si possa sospettare che, se anche alla lontana, abbia voluto misurarsi col grande che nel suo taccuino scriveva « Il mondo è pieno di automi i quali non meritano che si rivolga loro la parola » e tanto meno si può sospettare di me. Posso perciò rispondere che il nome di Candido m'è semplicemente sembra¬to adattissimo a un uomo cui un viaggio per il mondo procura le sventure più dolorose. Lo ricordate bene, no?, quel che avvenne al Candido volterriano dopo che il barone di Tundeltentronckh l'ebbe cacciato dal suo bel castello di Vestfalia. Anche il mio Can¬dido viveva in un castello, ma d'Abruz¬zo, e non dello zio, ma proprio. Si de¬cise un giorno a partirne per un viaggio con la famiglia attraverso l'Italia, e le città che toccò non furono che Milano e Roma, ma bastarono a procurargli tante disgrazie quante i Bulgari, la Spagna, i Gesuiti, i selvaggi, la Francia, l'Inghilterra e Costantinopoli non riuscirono a rovesciare sul capo del nipote del barone. Più che la storia di Candido quella ch'io racconto potrebb'essere quella di un qualsiasi italiano che, non bene a conoscenza di quella giungla che in questi ultimi anni sono diventate le nostre due più grandi città, vi s'avventuri senza timori e preoccupazioni. Il racconto satirico, come avete capito, delle attuali condizioni del nostro Paese che, recuperata, a prezzo della più sanguinosa delle vicende, la libertà toltagli dal fascismo, miracolosamente è riuscita a salvarla dall'assalto co-munista. Ma il pericolo non è passato. La no¬stra condizione è precaria, siamo alla mercé di chiunque voglia usarci violenza perché, privi dell'assistenza dello Stato, non possiamo neppure accennare a difenderci. Il Candido di Voltaire era innamorato di Cunegonda. Così il mio, che di essa è il marito, e che la vedrà prima violentata, poi pazza, poi suicida. Violentata verrà anche la figlia Ermengarda, ma un matrimonio salverà tutto. E violentato sarà anche il dottor Pan-gloss, amico e consigliere di Candido, ¡I quale nel racconto di Voltaire pro¬fessa la filosofia dell'ottimismo. « È di¬mostrato » diceva, « che le cose non possono essere diverse da ciò che sono, e che, tutto essendo volto a un fine, questo fine non può essere che il migliore. » Di questo filosofo dell'ottimismo, cui capita perfino d'essere sodomizzato, ho fatto uno di quei progressisti opportunisti di cui è attualmente piena l'Italia. Falsi amanti della libertà sono ¡ campioni del conformismo continuamente alla ricerca di questo o di quel probabile padrone a seconda che gli avvenimenti portino alla ribalta nuovi uomini e nuove ideologie. Il ritorno dal viaggio sarà triste per Candido e triste dovrebb'essere, dopo il fallimento di tutte le sue mene, anche per Pangloss, ma, fedele alla sua filosofia, questi non tarderà a trovare del buono e dell'invidiabile anche nella sorte di un fallito. 1° edizione, originale editoriale con sovraccoperta illustrata, pagine 208.

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