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Quinto Orazio Flacco satire a cura di Renato Ghiotto
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Quinto Orazio Flacco satire a cura di Renato Ghiotto
Codice articolo: 3564
Autore: RENATO GHIOTTO
Editore: Club del libro Fratelli Melita
Anno di stampa: 1981
Lingua: italiana
Prezzo: €10.00 
Numero di pezzi nell'imballo:1
Numero di pezzi per scatola:1

Orazio visse, come tutti, in tempi difficili. Provinciale, figlio di un liberto, la vocazione alla scalata sociale lo spinse da giovane a tentare una rapida carriera militare che com­pensasse l'oscurità dell'origine. Ma si trovò dalla parte sba­gliata, con Bruto e Cassio, e la battaglia di Filippi lo respinse al punto di partenza. Il passato si forma dall'esclusione di innumerevoli futuri, da una continua determinazione dell'indeterminato: Orazio fu poeta e sarebbe potuto essere soldato. Se a Filippi i suoi avessero vinto, sarebbe stato probabilmente un ufficiale di carriera e un poeta dilettante. Avrebbe scritto in segreto, perché un tribuno militare non poteva giocare a far versi se non per ozio, e forse le sue sarebbero state brutte poesie. Non aveva inclinazione alla lirica e gli sarebbero mancati il tempo e l'impegno per lavorare sulle parole e sulla loro col­locazione. La battaglia perduta e l'aspirazione a vivere tra i grandi lo costrinsero ad affidarsi al secondo tra i mezzi possibili per emergere, la poesia, e Orazio, combattendo contro la propria pigrizia, l'inquietudine, l'incostanza, la cattiva salute, costrin­se se stesso a diventare ad un certo punto, il «massimo poeta romano vivente». Il ruolo non era privo di fastidi, nell'età di Augusto, ma è dubbio che Orazio, con tutte le sue pre­diche sul giusto mezzo, si sarebbe accontentato del secondo posto o del terzo. Scrivere, per buona sorte, gli piaceva mol­to: era diventato esercizio indispensabile e quotidiano, pia­cere da riconquistare ogni volta, gusto della pagina ben fatta, del lavoro meditato ed espressivo, occupazione sostitutiva di ogni altra, vocazione e malattia. Orazio fu, alla fine, tanto scrittore da sperimentare il tormento della pagina bianca. Proviamo adesso a dare un senso diverso alle notizie che il poeta, nella sua opera, ci dà fin qui di se stesso.
 
in 8° brossura editoriale illustrata, pagine 175
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