La soia è un legume che in passato veniva coltivato solamente in Estremo Oriente, dove era uno dei pilastri dell'alimentazione. La sua coltivazione si è diffusa in Europa nel corso del diciottesimo secolo, ma non fu coltivata su grandi estensioni che alla fine del secolo successivo, soprattutto negli Stati Uniti d'America. Gli USA in breve tempo ne divennero il maggior produttore mondiale, seguiti da alcuni paesi extraeuropei (l'Italia è attualmente al settimo posto tra i paesi produttori), mentre i paesi della CHE nel loro complesso importano circa il 90% della soia da essi consumata prevalentemente per l'alimentazione zootecnica. Da qualche tempo si assiste a un vero e proprio 'boom' nella coltivazione, particolarmente in quella dedicata alla alimentazione del bestiame: nel nostro paese, nel corso del 1989, sono stati messi a coltura circa 450.000 ettari di soia. Anche il consumo di soia per alimentazione umana sta conoscendo un crescente successo, non solo nei paesi nei quali i prodotti da essa derivati sono tra gli alimenti tradizionali, come il Giappone, ma particolarmente negli Stati Uniti d'America. Cibi ottenuti dalla trasformazione dei fagioli di soia come burger, insaccati, spezzatino e bistecche di soia, paté, latte, formaggi, gelati, salse, hanno peraltro fatto la loro comparsa anche sul nostro mercato e sono reperibili con sempre maggior facilità. Dapprima nei negozi, in centri e ristoranti macrobiotici e naturisti e ora anche nella 'normale' catena distributiva, mentre sono ormai diversi anche i laboratori nei quali si producono alimenti a base di soia. Certo non siamo ancora ai livelli di diffusione che si hanno negli Stati Uniti d'America, ma anche in seguito alla crescita della richiesta di cibi leggeri e poveri di colesterolo, i prodotti derivati dalla soia vanno conquistando simpatie sempre maggiori.

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