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La demagogia italiana ed il Papa Re
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La demagogia italiana ed il Papa Re
Codice articolo: 2810
Autore: Carlo Curci
Editore: Castellazzo e Degaudenzi
Anno di stampa: 1857
Lingua: Italiano
Prezzo: €45.00 
Number pezzis in packaging:1
Number pezzis in box:1

In 8°, brossura editoriale, pagine 204

LA DEMAGOGIA ITALIANA ED IL PAPA RE

Nuova sì ! Nuovissima è la presente condizione d'Italia riguardo a quella di un paio di mesi or sono ! Fino all'altro ieri si è da parecchi pensato e detto, i soli, i sommi nemici d'Italia essere i reverendi padri ed il tedesco. Ma oggi ne veggiam sorto, come per incantesimo, un terzo, che appem ci lascia pensare agli antichi : nemico poderoso, avventato, truculento, che non si po­trebbe cacciar cogli urli come si cacciarono i pri­mi, e non sembra disposto a capitolare come fece il secondo. Contro questa nemico è stato dunque uopo le­varsi colla forza : Non ci fu Stato della Penisola che non sia venuto alle armi; e Genova, Livorno, Bologna, Roma ne sono lacere e sanguinose niente meno di quello che il fossero da principio Palermo e Napoli. Il titolo di bombardatore, non più privativa del Borbone, si è accomunato a tutti i Principi italiani, senza che (e qui sta il nuovo) debba suonare biasimo o scherno. Ma chi è il nemico ? quale il suo nome ? quali le sue origini? che pretende? che macchina? Quando si sta nottetempo con in mano il mo­schetto per allontanar l'assassino, sarebbe ridi­colo cercarne la Fede di nascita per saperne l'età, la patria, il nome, e via discorrendo: la somma del negozio sta che sgombri o cada, e sia chi si vuole. Ma sgombrato che sia o ca­duto , anzi ancorché solo allontanatosi a tempo, quelle inchieste sono meno una curiosità naturale, che un provvedimento salutare per l'avvenire. E questo è appunto il nostro caso. Il fischio del cannone e delle bombe o tace o sta per tacere nella Penisola ! quel solenne silenzio che gli verrà dopo, quella tregua che abbiamo in parte $ che avremo per tutto e che ci vogliam promettere diuturna, quel silenzio, dico, e quella tregua sono il tempo opporlunissimo a cercare: ma chi è dunque codesto nemico? che è? che pretende? Ckiamiamlo, se vi piacer, Demagogia ; e per conoscerlo profondamente ci valga il ponderare quel che ha fatto, quel che ha tentato contro Pio IX: quel Pio IX già suo amore, suo or­goglio , suo spasimo, suo delirio ! Chi sa se piè­vi ricorda di quelle commedie? Nell'avvertenza mostrerò come per questo capo può quella dema­gogia essere giudicata e conosciuta con pienezza e precisione. L'Italia moderata ed onesta si ricusò di com­battere quel nemico colla parola e coll'azione civile in tempo utile ; e con ciò rese dolorosa­mente indispensabile l'uso della forza e dei mezzi più violenti che si vedesser mai. Ma deh! vorrà ricusarsi perfino ad applicar l'animo per cono­scerlo? Sarebbe questo un nuovo genere d'infin­gardaggine, a cui l'Alighieri non pensò di ap­parecchiare posto nel purgatorio o nell'inferno ? Convien proprio dire che non sia possibile. Veggo che sotto la profonda e dolorosa pre­occupazione onde tutti gli animi sono sospesi per le tremende vicende di Roma, uno scritto su tal soggetto potrebbe parere alquanto impor­tuno. Nondimeno, io mi confida che esso da quelle stesse vicende potrà acquistare qualche opportu­nità. A codeste estremità non si è venuto che per avere alterato il senso religioso e morale dei nostri popoli; Il solo rimedio che ci sia è raddrizzarne le idee cogli scritti. Così ne avessi capacità, come ne sento vivo e caldissimo il de­siderio!
Parigi, 21 maggio 1849. UN ITALIANO (Padre Carlo Curci)

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