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La Signora di Monza
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La Signora di Monza
Codice articolo: 1277.1
Autore: Rosini Giovanni
Editore: Francesco di Omobono Manini
Anno di stampa: 1840
Lingua: italiana e latino.
Prezzo: €380.00 


Un fatto storico avvenuto in Monza, bre­vemente descritto dal Ripamonti, ha for­nito all'illustre Autore dei Promessi Sposi l'episodio forse il più applaudito di quell'applauditissimo libro. Stretto però fra i limiti del suo argomento, egli non ha potuto riferire che le seguenti partico­larità. Viveva in Milano verso la fine del­l'anno 4628 la famiglia di un principe, spagnuola d'origine, il capo della quale, per avvantaggiare quanto più potea la sorte del figlio primogenito, indusse, parte con lusinghe e con vezzi, parte con minacce e con promesse, una sua minor figliuola, per nome Geltrude, a prendere il velo religioso in un monastero di Monza. Una leggiera resistenza, fatta dall'infelice in. principio, le procurò un raddoppiamento di rigori e una serie novella di scaltre seduzioni, che la spinsero finalmente a pronunziare i voti solenni, A ciò si aggiunge: Che nel monastero essa vivea più liberamente e più sontuosamente delle altre religiose, dimodoché veniva chiamata la Signora: Che, per la potenza grande della sua famiglia ; ella avea ot­tenuto la facoltà di dimorare in certe stanze appartate : Che la facilità di spiare al di fuori del convento, le fece contrarre dimestichezza con un giovine, Egidio, di cui tacesi patria, stato e qualità . Che poco dopo una Conversa che la serviva, improvvisamente sparì dal monastero: i Che avendo un tal conte Rodrigo adocchiata una vaga don­zella di Lecco, per nome Lucia Mondella, ne trovato modo di ottenerne amorosa corrispondenza, e indi'tentato invano di farla rapire, la spaventata giovine accompagnata dalla madre, Agnese, per cura di un buon religioso Cappuccino, si rifuggirono dentro al convento, e, sotto la protezione della Signora di Monza. Che, ciò inteso dal conte Rodrigo, e volendo ad ogni costo venire a capo de' suoi desiderj, ricorse all'interposizione d'un feu­datario potentissimo e formidabile, che teneva il suo castello in quel di Bergamo, il cui nome tace l'istoria, ed è però dall'Au­tore detto l'Innominato : Che questi, per, compiacere al conte, comandò subito ad Egidio, (il quale da esso dipendeva per importanti servigi rice­vutine in passato ) di dar opera perchè la fanciulla: gli fosse ad ogni modo posta in mano : Che, non potendo Egidio contraddire alla ferma volontà di lui, fa in maniera che Geltrude. sotto lievi pretèsti, partita che fu la madre, manda fuori.del convento Lucia, la quale rapita violentemente da sgherri appostati, è condotta al castello dell'Innominato ; Che pochi giorni di poi quel terribile uomo, mosso dalle pre­ghiere di Lucia, che a lui pietosamente si raccomanda, e più dalle parole del cardinal Federigo Borromeo, si riconduce nel sentiero della salute: mentre Geltrude , coll'andar del tempo, pare che, tradotta in altro monastero, facesse penitenza de'suoi falli; Non pochi fra i moltissimi lettori di quel libro, non che qual­che critico solenne, han mostrato desiderio :di saper più oltre, e della condizione di Egidio, e dèi modo con cui vennesi in chiaro dell'amor di Geltrude, per esso, come ella si partì dal con­vento di Monza, dove si riparò per quali casi la Provvidenza la richiamò a piangere i suoi traviamenti, e quale in fine fu il castigo riserbato ad Egidio e al padre di lei, colpevoli ambedue verso la religione ugualmente che verso la morale. Questo è quanto di narrare si propone lo Scrittore della Storia. seguente; al quale per caso venne alle. mani un manoscritto del secolo XVII, che diffusamente la racconta

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