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Puglia Sacra
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Puglia Sacra
Codice articolo: 1910
Autore: Longo - Stagnani
Editore: Ecumenica
Anno di stampa: 1980
Lingua: italiano
Prezzo: €12.00 
Number pezzis in packaging:1
Number pezzis in box:1

Misura cm 22 x cm 24, brossura editoriale, monografia illustrata.

PUGLIA SACRA

Parlare di religiosità popolare, di cultura popolare, ...è un processo di rivalutazione della "gente", ma può diventare una moda facile, a disca­pito della stessa. Pubblicando un libro di fotografie sulla religione "del popolo", si può incorrere nel tentativo di commer­cializzare i sentimenti del popolo, i suoi gesti, i suoi volti, gli ambienti che si crea. Sarebbe un tradire il popolo. Il fine, invece, è di presentare una documentazione, sia pure incom­pleta, ma caratterizzante un tipo di religiosità popolare pugliese, con le sue valenze civili e culturali. Per presentare al lettore tali va­lenze e dargli un avvio di approfon­dimento, Vittorio Stagnani ha sen­tito il parere di uno psicologo (il prof. Giampaolo Pierri, psichiatra della Facoltà di Medicina dì Bari), di un'antropologa (la prof. Miriam Castiglione, della Facoltà di Lettere di Bari), di un sociologo (don Vito Orlando, del Centro Salesiano di Ri­cerche socio-religiose), di un vesco­vo (Mons. Michele Mincuzzi della diocesi di Ugento S. Maria di Leuca), dello stesso Paolo Longo, autore delle fotografie e delle didascalie, ol­tre a esprimere le proprie impres­sioni di giornalista. Abbiamo così un documento a più voci, capace di stimolare una presa di posizione personale costruttiva. Guardando le fotografie, il letto­re potrà scoprirsi a sorridere di al­cune realtà, degli atteggiamenti, del­le espressioni del popolo. Ma è in queste stesse realtà, in questi volti e atteggiamenti che una parte del popolo pugliese riassume secoli di civiltà e di cultura. Essa manifesta una civiltà e una cultura arretrate, ma è pur tesa nel­lo sforzo di essere presente al resto della società. Essa è tesa nel tenta­tivo di "farsi giustizia" da sola, in quel campo a lei piti accessibile — la religiosità —, contro la congerie di realtà più civili — umane ed isti­tuzionali — che l'opprimono, dal momento che ha soltanto la possi­bilità di subire ciò che non è fatto a sua misura o, peggio, a misura umana. Non inneggio alla religiosità po­polare, sconfinante a volte nella superstizione o ben stipata nell'igno­ranza. È un invito a prendere coscienza di una parte del popolo pugliese che a suo modo — istericamente, con rassegnazione o come morsa dalla taranta — "grida" la propria esi­stenza. Occorre raccogliere questo grido, che è di aiuto, inconscio; è il grido del desiderio di essere di più, secon­do i propri ritmi vitali.

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